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Graffiti e magia al Palazzo della Ragione

Con i termini esafoglio, fiore a sei petali, rosa dei pastori o di Carlomagno e, ancora, fiore della vita si fa riferimento a una figura geometrica tra le più conosciute e diffuse nell’arte sacra di tutto il mondo. Il simbolo è composto da 6 cerchi dello stesso raggio tracciati a partire da punti equidistanti disposti sulla circonferenza di un settimo cerchio di uguale misura.


fiore della vita, esafolio o rosa a sei petali, singolo e multiplo
Fiore della vita, singolo e multiplo
Creazione del simbolo del fiore a sei petali o fiore della vita o esafolio
Creazione del simbolo del Fiore della vita

Il suo utilizzo in ambito cultuale e funerario è largamente documentato tra le decorazioni di edifici religiosi, civili e produttivi da Occidente a Oriente. In tutte le culture gli viene attribuito un grande potere magico sia come dispositivo apotropaico (che respinge il male) sia come talismano in grado, contemporaneamente, di allontanare gli influssi maligni e di attrarre fortuna e abbondanza (1).


Il fiore della vita nel mondo


In tutto il mediterraneo lo troviamo ricamato, scolpito o dipinto su abiti e corredi nuziali, portoni, stele e sepolcri, dall’età del bronzo fino al medioevo e all’epoca moderna.


ceiling beam displayed at the Rural Architecture Museum of Sanok (Poland) dated to 1681
Trave sotto tetto: Museo di Sanok, Polonia (1681)

Nei monti Tatra, nella Polonia sud-orientale e nell'Ucraina occidentale, il marchio veniva comunemente inciso sulle travi del tetto all'interno delle capanne dei contadini. In Ucraina era conosciuto come "il simbolo di Perun" (Peruna znak) e "il segno del tuono" (gromovoi znak) (2). Nome simile a quello usato nel nord della Russia dove si possono ancora vedere alcuni esemplari scolpiti all’esterno dei tetti delle case, come protezione dai fulmini. Anche in questo caso, esso era associato al dio del tuono Perun (2).


In Cina, a partire dal IV sec., per proteggere edifici civili o

Leone guardiano della porta con fiore della vita
Leone guardiano della soglia sotto: Pagoda dell'oca bianca

religiosi dalla sfortuna e dalle influenze negative degli spiriti viene posta una coppia di leoni che afferrano rispettivamente una sfera (il maschio) e un cucciolo (la femmina). La sfera è spesso decorata con motivi geometrici tra i quali il fiore a sei o quattro petali è uno dei più comuni.


Lo stesso simbolo, con lo stesso valore apotropaico, l’ho riscontrato tra le principali decorazioni del complesso monumentale della Pagoda dell’Oca Bianca di Xi’An (Shaanxi), la grande torre a sette piani che funge da centro spirituale della città. In questo caso, la figura è formata solamente dal centro dei cerchi, ovvero da 6 sfere dorate disposte a esagono intorno a una settima centrale.


In Italia


In Italia una delle raffigurazioni più antiche e famose è sicuramente quella che compare sullo scudo (uno strumento di protezione) di un guerriero armato di ascia bipenne, rinvenuta nei pressi di Vetulonia (GR), al centro di una sepoltura circolare datata al VII sec a.C. (figura a fianco).


Nei solai delle vecchie abitazioni, soprattutto nelle regioni del nord, è facile trovare fiori a sei petali incisi sulle travi portanti, affiancati dal nome del proprietario di casa e data di fabbricazione; qui il simbolo si concentra sulle parti principali su cui si fonda la forza e la stabilità della struttura, con evidente intento di protezione della stessa. Raffigurazioni altrettanto diffuse compaiono su carri, manici, lame, sgabelli, gioghi, forme per il burro e altri utensili da lavoro, nonché oggetti d'arredamento e indumenti cerimoniali.

Nell’appennino bolognese e modenese, questo simbolo compare anche sugli stampi per preparare le tigelle, le piccole focacce circolari tipiche della cucina popolare locale. Le troviamo su maschere carnevalesche, distribuite geometricamente intorno a rappresentazioni di santi e madonne e sulle decorazioni musive cristiane e precristiane, come nello splendido mosaico della basilica paleocristiana di Aquileia (UD) o nelle riproduzioni delle pavimentazioni romane ospitate nei Musei Civici di Padova.


Geometria Sacra e linguaggio cosmologico


Credo che il motivo di tale successo, attraverso i millenni, si debba cercare nella sua capacità di esprimere concetti e valori legati al linguaggio universale della cosmologia e della geometria. La figura da cui origina questo simbolo è l'esagono, quindi direttamente collegata ai significati magici del numero 6, il primo numero perfetto, ovvero uguale alla somma dei suoi divisori (1,2 e 3). Nel suo trattato “Genesi alla lettera” (IV, 7, 14) Sant'Agostino scrive: «Sei è un numero perfetto in sé stesso, e non perché Dio ha creato tutte le cose in sei giorni. Anzi è vero l'opposto: Dio ha creato tutte le cose in sei giorni proprio perché questo è un numero perfetto».

Rosarium Philosoforum, coniunctio oppositorum
Coniunctio oppositorum: dal Rosarium Phiilosoforum

La rosa a sei petali è strettamente collegata alla stella di David, quasi in una versione curvilinea (o femminile) della stessa. Unendo i sei vertici tra loro, infatti, si ottiene una figura formata da due triangoli sovrapposti in senso opposto. Una figura che, naturalmente, rimanda al simbolismo ermetico della “coniunctio oppositorum”, l'unione degli opposti, espressi dal triangolo con vertice in alto (principio maschile) e quello rivolto verso il basso (principio femminile).


L'esagono, nella sua geometria, racchiude precisi rapporti matematici strettamente legati alla famosa costante “Φ” (Phi), nota come “Sezione Aurea”, alla quale molti artisti e architetti, hanno attinto quale “impalcatura” delle loro opere e dei loro progetti.

L'intera natura sembra manifestarsi a partire da questa matrice numerica che si ritrova dalla disposizione dei semi di un girasole, alla struttura della ragnatela; dalla formazione dei cristalli, alla disposizione delle cellette di un alveare. Forme che l'essere umano riconosce a vista e in modo del tutto naturale, sulle quali si fondano gli stessi principi della composizione in fotografia.

Nella struttura stessa della rosa a sei petali è racchiuso il senso dell'armonia naturale, della completezza e dei più profondi misteri della vita. Le proprietà espresse da questa figura e dalle sue varianti sono alla base della sua fortunata diffusione e, soprattutto del suo legame con l'agente vivificante e plasmante della realtà; considerarla, perciò, un simbolo di buon auspicio, fortuna e protezione da tutto ciò che va a intaccare l'armonia insita nell'essenza divina, sembra del tutto plausibile.


Il Palazzo della Ragione di Padova

e la magia talismanica


Di tutti i luoghi di Padova che ho studiato, il Palazzo della Ragione è quello che presenta il maggior numero di simboli di questo tipo, sia graffiti che affrescati, con palese funzione di protezione.

Tra quelli dipinti all’interno del salone, spiccano i tre grandi fiori che si concentrano sotto l’arco del portale nord-ovest. Su questi, all’interno di un affresco con data MDXI (1511) svetta un altro simbolo di protezione, il trigramma di San Bernardino (4) che ritroviamo, graffito, anche sullo stipite sinistro del portale che comunica con Palazzo Moroni. In questo caso, l’utilizzo di questi simboli è da considerarsi legato alle pratiche di protezione dei passaggi, in modo del tutto simile a quello che abbiamo visto nel il complesso della Pagoda dell’Oca Bianca a Xi’An.

Un altro particolare, però, unisce Padova al capoluogo dello Shaanxi; un filo rosso che lega la “Geografia Sacra” delle due città. Sia il Palazzo della Ragione che la Pagoda, infatti, rappresentano (fisicamente e simbolicamente) il centro attorno al quale ruota e, allo stesso tempo, è ancorata l’intera comunità. Secondo la tradizione, la Pagoda viene vista come un molo al quale la città è saldamente legata allo stesso modo di una barca, evitando il rischio di essere portata alla deriva dalle onde del mare; distando, questo, più di 900 chilometri, comprendiamo come il paragone sia puramente simbolico.


È possibile, dunque, che il fiore assuma contemporaneamente anche una seconda valenza, relativamente al concetto di centro cosmologico? Un doppio significato che ne rafforzerebbe ancor di più le funzioni magiche dove tutto ciò che si riferisce, ed è collegato per forma e nome all'Umbilicus Urbis, acquisisce un potere magico di protezione, fortuna e abbondanza.


Tenere a mente il significato che la comunità medievale patavina, da poco ripresasi dal collasso dell’Impero Romano e dalle ripetute devastazioni subite da Unni, Longobardi, Ungari, etc., poteva

Umbilicus Urbis di Padova

proiettare su questo edificio, ci permette di comprendere più a fondo il valore simbolico di decorazioni e graffiti.

Oltre a essere sede dei tribunali e, quindi, dell’ordine legale a garanzia delle relazioni commerciali e sociali, esso sorgeva nell’area d’incrocio tra Cardo e Decumano massimi della città, ovvero il centro sacro della città più antica; una posizione dal forte valore simbolico, quasi in relazione di opposizione e complementarietà con il centro spirituale rappresentato dal vicino Duomo.


L'idea di centro cosmologico è rafforzato da un'altra particolarità di cui abbiamo già accennato in un precedente articolo; il luogo dove sorge il Palazzo della Ragione corrisponde all'area della città da dove si osserva il tramonto del solstizio invernale (21 Dicembre) dietro alla vetta del più altro dei colli Euganei (m. Venda) e, quindi, sull’asse ideale di congiunzione tra il cielo e la terra.


Anche all’esterno della struttura, una serie di fiori a sei petali è stata icisa sugli spigoli dell’edificio a formare quella che sembra una cinta di protezione.


Graffiti antichi magico devozionali di Palazzo della Ragione a Padova
I graffiti esterni del Palazzo della Ragione: sx S-E, centro N-E, dx N-O

Tutte collocate alla medesima altezza, queste rosette si differenziano per forma e numero; nell'angolo sud-est ne troviamo due, disposte simmetricamente ai lati dello spigolo. Continuando in senso anti-orario, superato il cosiddetto “volto della corda” (o dell'impiccato), nell'angolo nord-est, ne troviamo un’altra o, meglio, ciò che ne rimane: il frammento di una variante a 12 petali della quale, comunque, se ne possono distinguere chiaramente i tratti. In questo caso, è particolare la presenza di quattro solchi verticali paralleli incisi sulla figura, apparentemente in un momento successivo. L'angolo nord-ovest vede la presenza di una rosetta identica, per forma e misure, a quelle dell’angolo sud-est, mentre quello sud-ovest risulta privo di qualsiasi segno riconoscibile. La mancanza, a giudicare dal colore della pietra, è da collegare a un intervento di restauro successivo. I graffiti sono piccoli (circa 10cm di diametro) e poco visibili perché posizionati alla base del Palazzo, a circa 3 metri di altezza dal piano stradale. Anche in questo caso, più che a una funzione decorativa, viene da pensare a un dispositivo di protezione, simile a quello usato per la consacrazione delle chiese tramite il posizionamento di 12 croci lungo le pareti dell’edificio.


Alla luce di tutti questi particolari l’intero impianto decorativo, dal ciclo zodiacale degli affreschi ai simboli scolpiti, dipinti e graffiti sembra assumere un significato molto più profondo, legato alla magia talismanica e ai dispositivi apotropaici dei luoghi più importanti per la comunità.



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NOTE

1 Nella magia i dispositivi di protezione si dividono in due grandi gruppi: gli Amuleti che hanno il potere di allontanare gli influssi maligni e i Talismani che, in più, hanno la funzione di attrarre fortuna, salute e concretizzare gli intenti per cui sono stati realizzati.


2 Kovalska A. (October 10, 2018), "A Protection Symbol for the Home: The Six-Petal Rosette on the Crossbeams of Galicia", Forgotten Galicia, Retrieved 2021-12-27


3 Ivanits, Linda J. (1989). Russian Folk Belief. M. E. Sharpe. p. 17


4 Per una maggiore comprensione di questo simbolo vedi:


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