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L'OSSERVATORIO SOLARE

DI SAJANEGA (VI) E IL SOLSTIZIO ESTIVO

Le attività della vita sono indissolubilmente legate all'avvicendarsi delle stagioni. Fin dall'antichità, i giorni a cavallo del solstizio estivo vennero annoverati tra le date più importanti dell'anno.
Dal Latino Solis (Sole) e Statio (Sosta, fermata), la parola solstizio significa letteralmente la "fermata del sole" ovvero il giorno in cui l'astro, dopo aver raggiunto il massimo spostamento verso nord lungo la linea dell'orizzonte, pare fermarsi e lentamente, nei giorni a seguire, ritornare a sorgere sempre più a sud. Dopo aver percorso 33° (circa) in quella direzione, il 23 Settembre la posizione del sole all'alba coinciderà con l'Est esatto, l'Equinozio autunnale.

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Tutti questi spostamenti sono "apparenti" poichè sappiamo che sono dovuti all'inclinazione dell'asse terrestre e ad alcuni movimenti che il nostro pianeta compie su se stesso e attorno al Sole. Ma la percezione che ne deriva e gli effetti che essi hanno sulla vita sono comunque reali e sono stati utilizzati dall'uomo nel corso dei millenni per calcolare il tempo, conoscenza importantissima nella gestione delle attività di agricoltura, caccia, pesca, navigazione e attività di ogni tipo legate ai cambiamenti stagionali.

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In tutto il mondo sono stati individuati particolari luoghi naturali che grazie all'allineamento con montagne e colline potessero fungere da "meridiane" o orologi solari, marcando cioè il punto all'orizzonte nel quale il passaggio dell'astro segnava un giorno specifico dell'anno, solstizi ed equinozi. In questa maniera, l'uomo è riuscito a determinare il tempo osservando l'incessante danza cosmica del Sole, della Luna e di altri astri particolarmente visibili. Questi siti divennero sacri in quanto strumenti vitali per migliorare la vita di una comunità e, contemporaneamente, luoghi di manifestazione di particolari qualità legate alla presenza del "sacer", soffio vitale o energia che vivifica l'universo, conosciuto in tutto il mondo con nomi specifici per ogni diversa civiltà (Qi per i Cinesi, Ki per i Giapponesi, Sami per gli Inka, Prana pergli Hindù, Mana per i Polinesiani, etc.).

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Con il passare del tempo, questi templi naturali vennero affiancati e successivamente sostituiti da strutture architettoniche create per ospitare i rituali e le funzioni che in ogni religione vengono codificate per far entrare i credenti in contatto con la sfera del divino che lì si manifestava.
Anche se le religioni si sono avvicendate e i culti cristiani hanno sostituito quelli pagani, molti di quei luoghi sono stati solamente convertiti ma tutt'ora insistono su fondazioni precedenti legate ad allineamenti astrali che si svolgono in determinati giorni dell'anno. Alcuni di essi, non solo mantengono la dedica al santo (l'intitolazione della chiesa) celebrato nello stesso giorno del precedente culto e patronati simili (vedi S. Giuseppe e Minerva entrambi festeggiati il 19 Marzo e patroni, in tempi diversi, degli artigiani). In alcuni casi l'edificio è ancora orientato verso il punto all'orizzonte in cui si manifesta l'allineamento.

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In provincia di Vicenza, nelle campagne di Sossano, una piccola chiesetta, dedicata a S. Teobaldo di Provins, segna il centro di un osservatorio solare naturale che utilizza il profilo dei colli circostanti per marcare il luogo dell'alba e del tramonto del sole nei giorni dei solstizi e degli equinozi. Un enorme dispositivo che segna i momenti più importanti dell'anno, connesso visivamente alla danza cosmica del sole.

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All'alba dei giorni a cavallo del 21 Giugno, trovandoci su ciò che resta

della "picciola altura" (come la descrive nel 1814 lo storico G. Maccà nel suo saggio "Storia del Territorio Vicentino" ) a fianco del piccolo eremo del santo francese, vedremmo il sole sorgere esattamente dalla cima del monte Castellaro di Albettone (VI). Lo spettacolo è particolare perchè in quei giorni, nelle prime ore del mattino, l'astro risulta molto grande e di un intenso colore arancione mentre fa capolino dalla sommità del colle all'orizzonte. E' difficile descrivere l'impatto che ne deriva da quella vista. L'atmosfera si addensa nello spazio di pochi istanti facendo fermare perfino il vento per alcuni secondi. Sull'altura da cui sembra emergere il sole sono state trovate tracce di frequentazione umana che risalgono al II millennio a.C. Successivamente, la vetta fu sede di fortificazioni in epoca medievale e ancora si possono vedere le murature a secco alla base del terrapieno.

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Quel luogo dev'essere stato considerato importante fin dall'antichità.

Forse sarà una coincidenza ma il nome del paese sotto la collina riporta a una toponomastica ben precisa e collegata a riti di fondazione che si ritrovano in tutta Europa, connessi al giorno del solstizio estivo e all'alba di una nuova civiltà. Esiste molta letteratura sui nomi di luoghi sacri la cui radice viene da ALB (o HAL). Molti di questi sono legati a leggende che narrano di animali totemici di colore bianco (la scrofa di Enea, il cinghiale di Milano, il bue del gargano e della città di Boville, etc), oppure da allineamenti con l'est e con il sorgere del sole in determinati momenti dell'anno.

Ma le coincidenze sono solamente all'inizio..

Il tramonto dello stesso giorno, osservato sempre dalla chiesetta di S. Teobaldo, coincide con la zona più alta dei colli Berici tra i monti della Croce e Cistorello (un tempo detto monte della Torre) dove sorgono i resti di una struttura  considerata da molti studiosi un'area templare: una base quadrata di roccia ricavata da un unico blocco di 5 metri per lato. E' la zona più alta del monte dove furono rinvenute numerose monete romane di età imperiale ora disperse. L. Frison, profondo conoscitore delle centuriazioni del basso Vicentino, vide un collegamento tra questo luogo e l'arte augurale, l'antica e misteriosa scienza della misura del territorio e del riconoscimento delle sue qualità sacre.

Dai suoi studi, questa sorte di torre sembra essere posizionata all'interno di una rete di punti di riferimento e allineamenti usati per la suddivisione del territorio.

​Oltre al solstizio estivo, la Sajanega è collegata visivamente ad altri marcatori che segnano equinozi e solstizi invernali.

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Man mano che si approfondiscono le osservazioni, tutta una serie di coincidenze straordinarie risulta così forte da farci abbozzare l'ipotesi che quel sistema non sia casuale, ovvero che la posizione del punto d'osservazione al centro dello stesso, la chiesetta, sia stata scelta consapevolmente e che quel sistema d'osservazione solare, sia rimasto attivo fino al medioevo.

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Sembra che Teobaldo, della famiglia degli Champagne, nel corso dei suoi interminabili pellegrinaggi sia entrato in contatto con ambienti culturali di carattere iniziatico come le fraglie e corporazioni di carpentieri e scalpellini stanziate nei boschi dell'odierno Lussemburgo, nella zona di Pettingen, . Queste informazioni sono riportate in tutte le agiografie del Santo che descrivono un periodo di "apprendistato" presso gruppi di persone che vivevano deliberatamente lontani dalla società in capanne nel mezzo di boschi dove Teobaldo e il compagno Gualtiero prestarono servizio come carbonai e portatori di pietre.

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A sinistra: San Teobaldo di Provins e Gualtiero che trasportano una pietra "squadrata" - 

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Una decorazione su un altare del 1290 nella basilica di Auxois, in Francia, li raffigura intenti a trasportare una pietra, la quale stranamente non è grezza ma ha già subito una lavorazione ben specifica. In ambienti iniziatici questa rappresentazione ha un preciso significato simbolico: la pietra squadrata è un chiaro riferimento al raggiungimento di un alto livello spirituale.

 

Pensando agli ambienti culturali che Teobaldo visitò non ci sorprende ritrovarlo come patrono della Carboneria risorgimentale.

 

Perchè abbia deciso di interrompere i pellegrinaggi e fermarsi a vivere gli ultimi nove anni della propria vita presso la Sajanega, nello stesso luogo già abitato da San Romualdo un secolo prima, rimane un mistero. Forse venne colpito dalle particolari suggestioni che si creano nei giorni in cui si manifestano gli allineamenti con solstizi ed equinozi; vere e proprie ierofanie capaci di fare entrare in profonda connessione con la dimensione del sacro. Siti con tali qualità sono stati considerati fin dall'antichità, luoghi di potere.

 

A giudicare dalla mole di tracce che emergono ancora oggi dal terreno, quel luogo è stato frequentato almeno fin dall'epoca romana.

E' possibile ipotizzare che Teobaldo sia venuto in qualche modo a conoscenza dell'esistenza di quell'antico luogo di osservazione e culto del sole recuperando tradizioni locali oggi perdute o direttamente grazie alla sensibilità acquisita nel percorso di crescita interiore.

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Sandro Pravisani

 

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Tratto dal libro "Il segreto di San Teobaldo - cavalieri templari, geografia sacra e culto del sole"

 

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