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Antichi pellegrinaggi e simboli cosmologici

Aggiornamento: 1 giu 2023

Nell'ultimo viaggio in Tamil Nadu (India del sud) ho potuto documentare una massiccia presenza di graffiti presso i templi che sorgono lungo un'antica via di pellegrinaggio.

Tra la fine di Dicembre e Marzo si svolgono i festeggiamenti legati al termine e all'inizio del ciclo della vita contadina e migliaia di persone provenienti da Kerala, Karnataka e lo stesso Tamil Nadu si mettono in marcia attraverso il paese seguendo un percorso che va dal nord all'estremo sud.

L'impatto visivo è davvero notevole poichè i pellegrini, vestiti dello stesso colore, in base alla divinità alla quale sono devoti, si riversano per le strade delle città creando vere e proprie ondate rosse, nere, bianche, verdi o blu. All'interno degli edifici religiosi, un continuo di pujas (1) e cerimonie vengono officiate tra il frastorno di cembali e percussioni, in un'orgia di tinte e odori.


La Geografia Sacra e le porte tra i mondi


Seguendo le tappe di questo pellegrinaggio ho potuto osservare da vicino la struttura nascosta della geografia sacra di questa parte del paese, la simbologia utilizzata e il tipo di rituali svolti dai devoti all'interno dei vari santuari.

In India i pellegrinaggi si snodano tra luoghi di manifestazione del sacro chiamati tirtha, termine che significa "guado", ovvero il punto dove è possibile attraversare un fiume o un flusso di corrente e che, simbolicamente, assume il significato di varco attraverso il quale è possibile entrare in contatto con la dimensione del soprannaturale.

Questi possono essere fiumi, come il Gange, montagne, come il monte Kailasa o grotte come quella del monte Amarnath, dove ogni anno migliaia di persone affluiscono per pregare e venerare il lingam (2) di Shiva, costituito da una gigantesca stalagmite.

In tutte le culture del mondo ritroviamo una struttura del cosmo pressochè identica, suddivisa in tre zone; il sottosuolo o mondo infero popolato da rettili, anfibi e creature ctonie; la superfice dove vive l'umanità e il cielo o mondo uranico, popolato da esseri volanti.

Queste tre zone formano una struttura legata a un ordine cosmico superiore, dal greco Kosmòs-ordine e sono separate tra loro da diaframmi che ne garantiscono i confini e, allo stesso tempo, un passaggio da una zona all'altra. All'interno di ogni società, sia essa di tipo tradizionale o moderna (caratterizzata cioè da aspetti cosiddetti "civilizzati") vengono svolti rituali e azioni che consentano agli individui di attraversare quei diaframmi e di accedere al potenziale adattogeno, curativo e cognitivo disponibile nelle diverse dimensioni. Le modalità di passaggio prevedono un viaggio all'interno di se stessi (tramite pratiche fisiche, visualizzazioni, assunzione di enteogeni (3), etc.) o in luoghi fisici dal forte potere evocativo che si esprime tramite un linguaggio simbolico che non appartiene alla dimensione mentale – razionale.

In tutto il mondo, l'uomo vi si è recato ciclicamente per contattare l'essenza divina della vita e ricevere salute, ricchezza e consigli.

Collegati al territorio della comunità, essi delineano una geografia sacra organizzata in nodi distribuiti all'interno di una rete, dove centro e periferia sono messi in comunicazione tra loro attraverso le vie di pellegrinaggio e segnano i luoghi dove si concentrano o, meglio, che convogliano ed esaltano diversi tipi di energie cosmo/telluriche. Da qui nasce il loro potere simbolico ed evocativo che entra in risonanza e attiva lo spirito del viandante collegandolo con il mistero della vita, l'universo intelligente, il divino.

Nel corso dei millenni, i tragitti si sono mantenuti pressochè identici, portando il flusso di devoti sempre nelle stesse località, sovrapponendo e sostituendo le figure e i nomi delle divinità venerate con quelle delle religioni, di volta in volta, dominanti.


Grazie ai numerosi studi sulle caratteristiche dei santuari e la loro dislocazione nel territorio, oggi possiamo parlare di una vera e propria scienza che nell'antichità fu condivisa da culture e civiltà di tutto il pianeta. Una scienza sacra i cui principi vennero applicati con estema attenzione nella fondazione e sviluppo di templi e insediamenti, in profonda connessione con gli elementi della natura nei suoi diversi aspetti, fisici e spirituali.


Triplice Cinta dai templi rupestri di Mahaballipuram
Esempi di Triplice Cinta dai templi rupestri di Mahaballipuram, Tamil Nadu

La mia attenzione si è concentrata sulla costante presenza di graffiti incisi su pareti, stipiti e pavimentazioni dei templi.

Alcuni sono firme o contorni di mani e piedi, chiaro riferimento al pellegrinaggio; altri raffigurano simboli tra cui stelle a cinque, sei, otto o dieci punte, spirali, croci, reticoli, scacchiere e tavole da gioco tuttora in uso.

Gli stessi graffiti che ho potuto documentare nei viaggi lungo percorsi di pellegrinaggio in Europa, Africa e Asia e nello studio delle simbologie religiose. Una serie innumerevole di raffigurazioni di tipo cosmologico che si riferiscono all'idea di centro e alla dualità maschile e femminile, animale e umano, chiaro e scuro, etc..


Il potere del simbolo


Il simbolo è dotato di un'energia che stabilisce un legame fra l'uomo e il mistero. È il linguaggio, attraverso il quale, si può accedere alla realtà non visibile. Lo spazio nel quale le due parti, quella razionale e quella intuitiva, possono incontrarsi e integrarsi. Luoghi sacri e simboli sono indissolubilmente legati dal potere evocativo che entrambi esercitano sull'essere umano, permettendogli di attraversare la soglia che esiste tra le varie dimensioni.

Uno dei più ricorrenti è la triplice cinta: tre quadrati concentrici uniti da linee che tagliano a metà i lati o gli angoli. In questo caso ci troviamo di fronte a uno schema che rappresenta graficamente il concetto di un universo tripartito, descritto più sopra. In esso si ritrova l'idea di mondo alto e basso (Cielo e Terra), di centro e di interconnessione tra le parti.

In India, alla domanda "cosa sono?" (in riferimento ai graffiti) mi sono spesso sentito rispondere "giochi, scarabocchi, passatempi", le stesse risposte che vengono fornite in Italia.

Non escludo a priori l'ipotesi che si tratti, anche, di giochi ma mi riesce difficile immaginarli come semplici passatempi visto che in molti casi - e non solo in India – sono incisi su pareti, in verticale, non potendo servire da piano per le pedine. Inoltre, la loro presenza si concentra in strutture templari o in luoghi interessati da importanti allineamenti solari equinoziali o solstiziali, a loro volta, considerati importanti portali dimensionali.

Giochi, balli e teatralità sono pratiche utilizzate in tutte le tradizioni per modificare lo stato di coscienza ed entrare in contatto con la sfera del soprannaturale, per chiedere un responso alle divinità in casi di scelte importanti sia a livello individuale che comunitario.


Giochi sacri e magia


Il pensiero corre ai molti giochi sacri diffusi in tutto il globo come l'Awelè africano (e i suoi "cugini" asiatici), i cui tavoli da gioco vengono lasciati all'aperto durante la notte per essere utilizzati dagli spiriti, o i dadi e le pedine dal valore oracolare spesso trovate in tombe etrusche e romane. Conosciamo anche forme più articolate che coinvolgevano l'intera collettività come il gioco della pelota praticato in Messico fin dai tempi della civiltà Olmeca, le gare dei carri nei circhi romani, la corsa dei faraoni egizi in occasione dei giubilei che si tenevano ciclicamente ogni 30 anni o le danze nel labirinto praticate nel medioevo nei giorni di Pasqua.

Campi e tavole da gioco di questo tipo sono accomunati da strutture e movimenti simbolici che si rifanno a percorsi di astri e pianeti nel firmamento, al ciclo delle stagioni o al movimento del sole all'interno della fascia zodiacale. In particolare, lo schema del gioco del filetto o tria, la triplice cinta, presenta forti analogie con miti e simboli legati all'antica cosmologia, comune a tutte le società tradizionali, con chiari riferimenti al moto circolare dell'universo attorno a un centro sacro e alla sua organizzazione in tre livelli.


All'interno di quei graffiti si cela un linguaggio segreto che si esprime attraverso il potere del simbolo e affonda le sue origini nella notte dei tempi. A noi, il compito di decifrarlo imparando a viaggiare tra i mondi e a comunicare con l'invisibile.


Sandro Pravisani



Articolo già apparso sulla rivista OXYMORON #2




Note


1 Cerimonia di adorazione della divinità espresso in un'offerta o altro rituale


2 Il lingam è la rappresentazione del principio maschile sotto forma di strutture naturali o artificiali (pilastro o colonna).


3 L'etimo è un neologismo derivato dal greco antico e formato da ἔνθεος (entheos) e γενέσθαι (genesthai), che letteralmente significa "che ha Dio al suo interno", più liberamente tradotto "divinamente ispirato". Il termine è stato coniato nel 1979 da un gruppo di etnobotanici e studiosi di mitologia e religioni (Carl AP Ruck , Jeremy Bigwood , Danny Staples , Richard Evans Schultes , Jonathan Ott e R. Gordon Wasson); viene solitamente utilizzato in contrasto con un uso puramente ricreativo delle medesime sostanze.



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